Intelligenza Artificiale

Cos'è SentencePiece e come si usa

Cos'è SentencePiece e come si usa
LT
Luca Terribili
Autore

Un altro punto di forza di SentencePiece è la flessibilità: è possibile personalizzare la dimensione del vocabolario, scegliere il tipo di modello di segmentazione e inserire token speciali come EOS (End Of Sentence) e SOS (Start Of Sentence). Tale adattabilità consente agli sviluppatori di ottimizzare sia l’efficienza computazionale sia la qualità dei risultati, adeguando il processo di tokenizzazione alle specifiche esigenze di ogni progetto di NLP.

Infine, l’integrazione di SentencePiece nelle pipeline di machine learning è semplice sia attraverso l’interfaccia Python sia tramite la riga di comando. Questo permette di mantenere una segmentazione coerente durante le fasi di training e inferenza, riducendo gli sforzi di preprocessing e migliorando la riproducibilità degli esperimenti.

Installazione di SentencePiece

L’installazione di SentencePiece è rapida e non richiede configurazioni complesse. Basta eseguire il comando:

pip install sentencepiece

Il gestore di pacchetti pip provvederà a scaricare e installare il tool, rendendolo immediatamente disponibile per l’uso nei propri script Python. Questa modalità è ideale per chi desidera sperimentare rapidamente la tokenizzazione su piccoli dataset o per realizzare prototipi funzionali.

Per gli utenti più esperti, è possibile compilare SentencePiece direttamente dal codice sorgente ospitato su GitHub. La compilazione permette di ottimizzare le prestazioni, abilitare opzioni di compilazione specifiche e, se necessario, modificare il codice per adattarlo a casi d’uso particolari. Per procedere è necessario disporre degli strumenti standard di sviluppo (make, gcc) e seguire le istruzioni dettagliate presenti nella repository ufficiale.

Una volta installato, SentencePiece può essere utilizzato sia tramite Python che tramite la CLI (Command Line Interface). L’interfaccia Python espone la classe SentencePieceProcessor, che consente di caricare e gestire i modelli, mentre il toolkit CLI permette operazioni rapide di tokenizzazione e decodifica direttamente dal terminale, facilitando l’integrazione con pipeline di preprocessing esistenti.

Addestrare un modello SentencePiece

Per creare un modello personalizzato è fondamentale disporre di un corpus rappresentativo della lingua o del dominio di interesse. Il comando spm_train accetta numerosi parametri che controllano la costruzione del vocabolario, tra cui --vocab_size per definire la dimensione del vocabolario e --character_coverage per specificare la copertura dei caratteri. Queste impostazioni garantiscono che il modello includa i token più frequenti e copra la maggior parte dei caratteri della lingua target.

Il tipo di segmentazione è definibile con l’opzione --model_type. Le scelte più comuni sono:

  • bpe: riduce la dimensionalità del vocabolario;
  • unigram: offre una segmentazione flessibile basata su probabilità;
  • char: ideale per lingue con alfabeti complessi o per scenari di low‑resource;
  • word: segmentazione a livello di parola tradizionale.

La selezione del modello dipende dal bilanciamento tra dimensione del modello, qualità della tokenizzazione e requisiti computazionali del progetto. È consigliabile sperimentare con più configurazioni per identificare quella più adatta al caso d’uso specifico.

Al termine dell’addestramento vengono prodotti due file fondamentali: mymodel.model, contenente le informazioni binarie del tokenizer, e mymodel.vocab, che elenca tutti i token appresi. Questi file possono essere caricati direttamente nelle applicazioni di machine learning, assicurando una tokenizzazione coerente tra la fase di training e quella di inferenza.

Utilizzo del modello per tokenizzare un testo

Una volta addestrato, il modello può essere caricato in Python istanziando la classe SentencePieceProcessor e chiamando il metodo load con il percorso del file .model. Dopo il caricamento, è possibile tokenizzare qualsiasi stringa mediante il metodo encode, che restituisce una lista di token pronta per essere inserita in reti neurali o modelli di classificazione.

Il risultato della tokenizzazione può essere restituito sia come stringhe sia come indici numerici, a seconda del parametro out_type. Le stringhe risultano utili per l’analisi manuale o per il debugging, mentre gli indici sono più efficienti per l’alimentazione diretta a modelli di deep learning, poiché evitano conversioni aggiuntive durante l’addestramento.

Inoltre, SentencePiece gestisce automaticamente punteggiatura, caratteri speciali e spazi, garantendo che anche testi contenenti simboli complessi vengano trattati correttamente. L’output tokenizzato può essere inviato direttamente a framework come TensorFlow o PyTorch, dove tipicamente viene convertito in tensori, semplificando la costruzione di pipeline di preprocessing snelle e migliorando la velocità complessiva di addestramento.

Decodifica dei token

La decodifica è il processo inverso della tokenizzazione: i token vengono riconvertiti nel testo originale mediante il metodo decode. Questa operazione è fondamentale quando si desidera valutare la qualità di modelli di text generation o di traduzione automatica, poiché consente di confrontare direttamente l’output del modello con la frase di riferimento.

La funzione decode gestisce correttamente spazi, punteggiatura e unità di carattere, restituendo una stringa leggibile da un essere umano. In scenari di post‑processing, è possibile combinare la decodifica con regole aggiuntive, ad esempio per rimuovere token speciali o per normalizzare la punteggiatura, ottenendo così un risultato finale pulito e privo di artefatti.

Utilizzare la decodifica in modo coerente lungo tutta la pipeline aiuta a mantenere la tracciabilità dei dati, facilitando il debug e la valutazione di metriche di qualità quali BLEU o ROUGE, che richiedono il confronto tra testo generato e riferimento.

Token speciali: EOS e SOS

SentencePiece supporta i token speciali EOS (End Of Sentence) e SOS (Start Of Sentence), indicati rispettivamente come <eos> e <sos>. Questi marcatori risultano particolarmente utili nei modelli transformer, dove la chiara definizione dell’inizio e della fine di una sequenza influisce sulla capacità del modello di apprendere dipendenze a lungo termine.

Per attivare questi token è sufficiente impostare l’opzione set_encode_extra_options("bos:eos") prima della tokenizzazione. In questo modo il risultato includerà automaticamente i marcatori, semplificando l’allineamento con architetture che richiedono input esplicitamente delimitati e riducendo la complessità del preprocessing.

L’inclusione di EOS e SOS permette inoltre di gestire sequenze di lunghezza variabile: i modelli riconoscono quando una frase termina e possono avviare la generazione della successiva. Questo è cruciale per applicazioni come la generazione continua di testo o la traduzione di documenti lunghi, dove una corretta segmentazione delle frasi influisce sulla coerenza globale dell’output.

Conclusione

SentencePiece rappresenta una soluzione potente e versatile per la tokenizzazione multi‑lingua, capace di gestire sia alfabeti latini sia sistemi di scrittura complessi. Grazie al supporto per algoritmi avanzati come BPE e Unigram, consente di creare vocabolari ottimizzati per le esigenze specifiche di ciascun progetto, migliorando sia l’efficienza che la qualità dei modelli di intelligenza artificiale.

L’implementazione è semplice da integrare in pipeline di preprocessing e si adatta agevolmente a diversi framework di deep learning. La possibilità di personalizzare la dimensione del vocabolario, di aggiungere token speciali e di addestrare modelli su dati grezzi rende SentencePiece una scelta ideale per chiunque lavori nel campo dell’elaborazione del linguaggio naturale.

In sintesi, adottare SentencePiece significa dotarsi di uno strumento moderno, scalabile e altamente configurabile, capace di affrontare le sfide della tokenizzazione contemporanea e di potenziare le prestazioni di applicazioni di traduzione, generazione di testo e question answering.